17/03/13

Tesi di Laurea Dalla teoria alla pratica

Ho cercato di avere un riscontro diretto con alcuni protagonisti tra cui un make-up artist e un fotografo:
- Duilio Nicolosi
-Alberto Carlo Manzella

Per intervistare Duilio Nicolosi sono andata presso la sede di Sky Italia a Milano Santa Giulia, dove collabora per diverse produzioni televisive. La scelta di verificare l’uso del make-up attraverso il mezzo televisivo e non quello direttamente fotografico, nasce dal fatto che le dinamiche e i mezzi utilizzati sono pressoché identici. Entrambi fanno uso di complessi sistemi d’illuminazione in interno, affrontano gli stessi problemi, anche se con strumentazioni diverse.
Dettaglio, profondità di campo, messa a fuoco, diaframmi e maggiore o minore sensibilità sono alcuni dei temi comuni. La differenza è che l’immagine video è in movimento, mentre la fotografia da quest’ultimo deve saper estrarre il fotogramma voluto e cercato.Quando il soggetto è umano, la foto e l’immagine televisiva necessitano del supporto di un make-up artist.





Intervista a Duilio Nicolosi:

Ø  Quali scuole hai frequentato per intraprendere la professione di Make-up Artist?
Come spesso accade, ho studiato per fare tutt’altro. Ho iniziato con un corso per Hair Stylist, cosa che non aveva nulla a che fare con il trucco, ma che mi appassionava nella stessa maniera. Lavorando in quell’ambiente ho imparato direttamente dai truccatori che vedevo all’opera, memorizzando di volta in volta tutto quello che vedevo fare.
Per questo devo ringraziare il fatto di avere una forte memoria eidetica.

Ø  Da dove è nata questa passione?
Ho sempre amato l’arte , i colori … è  una cosa innata, l’ho avuta sin da  bambino. All’inizio è stato un surrogato di altri tipi d’arte, come la pittura … poi mi sono realizzato trasferendo questa creatività nel trucco.

Ø  Cosa ti ha portato a esercitarla in televisione?
Era un obiettivo che mi ero posto da prima: Iniziando nel campo della cosmesi, che mi ha dato una preparazione superiore, completa; credo sia importante che un truccatore abbia delle buone nozioni di cosmetologia e dermatologia. In seguito, proseguendo su questa linea, ho portato avanti il progetto continuando a migliorare per poi entrare nell’ambiente televisivo.

Ø  Quali esperienze hai avuto precedenti a questa nel mondo del make-up?
Ho avuto modo di lavorare molto nel campo cosmetico (in tutta Italia e in Europa), promuovendo prodotti per la marca alla quale collaboravo. Ho tenuto anche corsi di make-up a tutti i livelli, dal semplice rappresentante, a chi ne avevano bisogno a livello personalizzato sino ad arrivare a chi doveva insegnarlo agli altri.

Ø  Che differenza c’è tra i trucchi per il cinema, il teatro, la televisione e la vita di tutti i giorni?
Nel quotidiano, il trucco dev’essere necessariamente molto soft e di facile realizzazione perché la gente vuole imparare a truccarsi da sola.
Come ben sappiamo la televisione ci propone dei trucchi un po’ più particolari, che vanno dal semplice trucco per ben apparire in video, sino ad arrivare a dei veri e propri effetti speciali; in ogni caso questo comporta una conoscenza e una preparazione più approfondita, soprattutto nel caso degli “effettisti”.

Ø  Come si svolge la tua giornata-tipo al lavoro?
Per dare una copertura completa a tutte le produzioni che vanno dalle sei del mattino fino all’una di notte, io e altri miei colleghi ci dividiamo in tre turni il lavoro. Altrettanto fanno gli Hair Stylist e in sartoria. Nel caso del make-up, quando comincia il mio turno, qualsiasi conduttore, giornalista o ospite che debba andare in onda, viene precedentemente truccato. Ovviamente nel caso che debbano andare in video giornaliste o conduttrici, le tempistiche aumentano e gli orari di convocazione sono anticipati.
Nel caso siano uomini ad avere bisogno di un ritocco, questo comporta un tempo molto più breve rispetto alle donne.

Ø  Ti relazioni con i fotografi, i registi, o con chi deve essere truccato? Oppure segui un tuo schema di lavoro?
Ovviamente cerco di seguire il più possibile i miei schemi, il tutto però in misura di quello che mi chiede il cliente (in questo caso Sky), che dà delle indicazioni ben precise nelle quali la linearità e la semplicità del trucco devono essere la caratteristica primaria. All’interno di questi dettami generali, poi si va incontro alle singole richieste particolari: alcuni si mettono completamente nelle mani del truccatore, altri avanzano richieste specifiche e più dettagliate per il proprio make-up.

Ø  Hai mai realizzato trucchi più particolari o make-up per effetti speciali?
Effetti speciali veri e propri mai, perché occorre un tipo di preparazione molto più approfondita e specifica. Ho realizzato dei trucchi moda molto d’effetto, come spruzzare il colore sul viso della modella, oppure ricreare l’occhio sbavato con una falsa lacrima di trucco colato… questi e altri trucchi sono considerati anticonformisti e fuori dagli schemi, ma tutto sommato di particolare effetto.


Una giornata negli studi di Sky

L’intervista precedente è stata fatta mentre nella sala trucco si avvicendavano persone e personaggi che vediamo abitualmente in televisione: si presentano da un’ora a mezzora prima circa, secondo la complessità del make-up. Agli uomini viene applicata solo una semplice base con fondotinta e cipria per opacizzare e poco altro solo in casi particolari. Le donne hanno un iter più elaborato dove la combinazione tra acconciatura, abiti e trucco deve essere ben mixata e quindi la sequenza delle singole fasi va pianificata in una scaletta ben precisa. Prima la base del trucco completa di crema idratante, fondotinta, correttore e cipria opacizzante, ombretto, eyeliner e mascara per gli occhi e blush per le guance; poi intervengono gli Hair Stylist con l’acconciatura, di qui si spostano in sartoria, dove vengono vestite, per poi tornare per un ultimo ritocco in sala trucco con rossetti e gloss per le labbra. Apparentemente il lavoro si conclude qui, ma al momento in cui si pongono davanti alla telecamera, c’è la verifica da parte del regista e del direttore alla fotografia che possono chiedere e suggerire eventuali modifiche al look per renderlo ottimale. Nella sala regia verificano che l’incarnato in video sia corretto, che l’acconciatura non crei ombre sul volto che l’abito non crei problemi con la frequenza delle telecamere (effetto moiré o battimento). L’ultimissimo passaggio prima di andare in onda è un’eventuale tamponatura per eliminare le possibili tracce di sudore generate dalle luci di studio.



Per rendersi conto di quanto è importante la fotografia nelle nostre vite, basta vedere che il termine “fotografia” viene usato correntemente e correttamente in cinematografia, televisione, grafica e nel linguaggio comune per definire un particolare momento importante. Di fotografie non possiamo farne a meno, le ritroviamo sulla maggioranza dei media. Adesso che viviamo perennemente connessi con il web, ci rendiamo conto che la maggioranza di ciò che lo compone sono immagini o video. Siamo letteralmente bombardati da foto che qualcuno ha scattato, postato online, stampato, mandato in onda in tv e così via.





Per avere il quadro completo di chi si occupa delle immagini dall’altro lato dell’obbiettivo, cioè il fotografo, ho coinvolto Alberto Carlo Manzella, specializzato nell’ambito della moda:

Ø  Da quanto tempo sei in quest’ambito?
Ho iniziato all’età di 27 anni, precedentemente mi occupavo di design e web, quindi sempre nell’ambito della creatività visiva.

Ø   Come hai cominciato?
La fotografia è sempre stata una passione per me, anche se è stato importante passare da istituti ed esperienze professionali tali da mettermi in grado di farlo nel modo giusto.

Ø  In che modo ti definiresti come fotografo?
Anche se sono obbligato da motivi di lavoro ad occuparmi di fotografia commerciale, il mio grande amore rimane il ritratto ed il nudo e appena posso cerco di dedicarvi il mio tempo.

Ø  Come si svolge un servizio fotografico nel tuo studio?
Quale che sia la situazione in cui ambiento i servizi fotografici, mi preoccupo soprattutto delle luci, sia quelle in studio che utilizzando quella naturale. Tutto deve essere funzionale al tipo d’immagine che desidero: se sono in esterno attendo il momento in cui la luce è “giusta” per quello che voglio ottenere. Se invece utilizzo un teatro di posa, l’iter è quello classico: concordo con il make-up, l’Hair Stylist e la modella quello che voglio vedere, provo con le luci e poi comincio.

Ø  Per correggere i possibili difetti di un soggetto fotografato, preferisci lavorare sulle luci, sul make-up o deleghi il tutto alla post produzione?
Tutto insieme direi, anche se il trucco è uno degli step principali.
In certi casi occorre comunque far uso di editing fotografico.

Ø  Che importanza riveste il make-up nelle tue fotografie e in particolare nei ritratti?
Dipende da che tipo di fotografia devo scattare: se commerciale o un beauty shoot, è fondamentale avere un bravo Make-up Artist che ti supporta. Quando è un ritratto, lo uso solo se è necessario perché in quel caso preferisco giocare sulle luci e l’espressione del soggetto fotografato.

Ø  Hai mai fatto un progetto fotografico in cui il trucco fa da protagonista?
Pochi, per i corsi di make-up che organizzava la mia società.
In quel caso le foto erano molto semplici, taglio tipico del beauty senza particolari ritocchi alle acconciature. Credo comunque che cercherei delle coordinazioni tra il colore del Make-up e la natura o il paesaggio urbano in generale. 
Oppure svilupperei un lavoro completamente in bianco, nero e argento
(così sui due piedi...)

Ø  Quando devi fotografare una modella, sei tu che chiedi un trucco in particolare o
preferisci lavorare sull’esistente?
Se posso scelgo io, o comunque preferisco poter intervenire per orientare la scelta su make-up che rientrano nell’immagine che voglio dare, se non ho possibilità mi accontento. 
Se la foto non è commerciale, vale la risposta di prima.

Ø  Nella tua formazione ti sei mai ispirato a qualche fotografo in particolare?
Sono convinto che in tutte le attività creative, o consciamente o inconsciamente prendiamo e diamo in egual misura, anche i fotografi prendono qua e là spunti da altri colleghi, ma ora ricordarmi quali nello specifico...

Ø  Se dovessi suggerire a qualcuno come diventare fotografo, cosa gli diresti?
In questo periodo di lasciar stare sempre che non lo vada a fare all'estero (ride). 
Scherzi a parte , avendo tempo, può iniziare con una scuola professionale oppure un corso di fotografia più semplice. Può comunque essere un inizio (sarò anche di parte visto che insegno...). Il passo successivo ed importante poi sarà trovare un bravo fotografo a cui fare da assistente ed impararne i segreti.
 


Queste due interviste hanno avuto la funzione di evidenziare la differenza tra chi opera nella realtà e nell’attualità rispetto a quanto letto nella parte storica. Facendo un paragone tra i due professionisti intervistati e le “grandi firme” delle quali sono state analizzate alcune immagini, si nota che, pur vivendo tutti nello stesso periodo, ci sono molte difformità, probabilmente frutto di esperienze creative ben diverse e stimolanti. Bisogna osservare comunque che queste differenze nascono da strade diverse: da una parte ci sono bravi professionisti che quotidianamente vivono il loro lavoro, dall’altra invece fotografi e make-up artist che hanno fatto il salto di qualità con tutto quello che comporta.

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